Monday, April 20, 2015

L'America restituisca al popolo Libico i 30 miliardi di dollari sequestrati a Gheddafi.



Ieri nel canale di Sicilia sono morti affogati 700 profughi provenienti dalla Libia e i vari rappresentanti di governi e istituzioni hanno reagito scaricandosi la responsabilità gli uni con gli altri.

Tuttavia poche persone sanno che la causa principale della situazione di caos creatasi in Libia e la conseguente ondata di profughi abbattutasi sulle coste dell'Italia inclusi i 700 morti affogati ieri è da individuarsi nello sfaldamento dell'apparato statale Libico provocato da un maxi sequestro di fondi governativi che servivano a tenere in piedi lo stato Nordafricano.

Il 25 Febbraio 2011, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti d'America ha confiscato 30 miliardi di dollari in contanti e partecipazioni appartenenti al governo Libico in quello che è stato il più consistente sequestro di asset finanziari stranieri nella storia Americana.

La confisca è stata il risultato dell'executive order emesso il 25 Febbraio 2011 dal Presidente Americano Barack Obama ed era parte dello sforzo dell'amministrazione Obama di fare pressioni su Gheddafi affinché si dimettesse. Siccome Gheddafi è morto da quasi quattro anni ormai, non credo sia necessario continuare a esercitare una tale pressione sul popolo Libico, anche perché la situazione di caos creatasi dallo sfaldamento dell'apparato statale si sta riversando sulle spalle degli Italiani e degli Europei che sono costretti ad affrontare l'emergenza degli sbarchi di profughi sulle coste Italiane. Qualcuno potrebbe anche affermare che questo è il solito complotto degli Americani che prosperano creando situazioni di caos ma noi non crediamo nei complotti, solo nella legge fisica di causa-effetto.

Dopo l'intervento della NATO nel 2011 e il sequestro dei fondi governativi, la Libia è un paese in bancarotta e la sua economia è allo stremo, con centinaia di migliaia di Libici che combattono per sopravvivere e che fuggono dal paese su mezzi di fortuna in rotta verso l'Italia.

Una tale migrazione di massa sta suscitando la reazione della destra xenofoba Italiana che sfrutta la situazione di emergenza per raccogliere proseliti facendo finta di non sapere che il governo degli Stati Uniti è direttamente responsabile di questo disastro umanitario.

La situazione libica è adesso un emergenza umanitaria ed è giunto il momento per il governo degli Stati Uniti di restituire subito i soldi al popolo Libico che non solo ne ha un disperato bisogno ma perché sono soldi LORO.

Nel 1967 la Libia era la nazione piu' povera d'Africa mentre nel 2011 quando Gheddafi è stato assassinato la Libia aveva il reddito pro capite e l'aspettativa di vita più alti di tutta l'Africa mentre il numero di poveri era inferiore a quello dell' Olanda. Per più di 40 anni Gheddafi ha promosso programmi di asistenza sociale per tutti i Libici, incluso assistenza sanitaria e istruzione gratuita e persino energia elettrica gratis. Grazie all'intervento della NATO nel 2011 il settore sanitario è collassato e le istituzioni scolastiche hanno chiuso i battenti e i black out sono un evento normale a Tripoli.

Durante il regime di Geddafi le donne avevano il diritto all'istruzione, potevano lavorare, divorziare possedere proprietà e avere un reddito. Quando Geddafi ha preso il potere nel 1969 pochissime donne frequentavano l'università, nel 2011 più della metà degli studenti universitari erano donne. Nel 1970 Geddafi ha introdotto la parità dei diritti uomo-donna nelle retribuzioni salariali. Adesso il nuovo regime democratico sponsorizzato dagli Americani ha abolito tutti i diritti delle donne e le nuove regole sono legate a tradizioni patriarcali vecchie di millenni che vedono la parità dei diritti come una perversione dell'occidente. Nonostante questo tre anni fa la NATO ha dichiarato che la missione in Libia è stato uno dei più grossi successi nella storia della NATO

Adesso che settecento cittadini Libici sono morti affogati sulle coste Italiane è tempo che il Governo degli Stati Uniti faccia un bel Mea Culpa e restituisca subito i fondi sequestrati a quei poveri bastardi.

E Pluribus Unum