Lo "scandalo dell'OMS" che la scorsa settimana ha riempito le prime pagine dei giornali, consisterebbe nella sparizione di un dossier compilato da un tale Francesco Zambon. Da tale dossier sarebbe emerso che la situazione epidemica italiana era molto peggio di quella che ci hanno raccontato.
Ma cosa metteva in luce di tanto scabroso questo rapporto dell'OMS dedicato all’Italia? Secondo il Sole 24 ore il dossier consisteva nell’assenza del piano pandemico, fermo al 2006. la critica dei sistemi sanitari e del modello regionale; l’assenza di terapie intensive adeguate; l’aumento della gravità delle altre malattie a causa del collasso del sistema sanitario; il contagio negli ospedali e nelle Rsa (con l’aumento della mortalità soprattutto in Lombardia); l’assenza di adeguate protezioni come le mascherine. E persino l’aumento della violenza familiare. Quindi in pratica questo dossier non conteneva niente di particolare ma secondo Francesco Zambon impiegato dell'OMS sarebbe stato modificato per attenuare la tragicità della situazione.
Quindi se questo rapporto non conteneva assolutamente NIENTE di importante, per quale motivo i media e in prima fila Massimo Giletti gli ha dato così tanto rilievo, da dedicargli addirittura una puntata intera della sua trasmissione tv?
In realtà questa dell'OMS sembra soltanto l'ennesima cover story, cioè una storia farlocca e senza senso che serve a coprire la vera storia e tenerla lontana dall'opinione pubblica. Infatti un rapporto OMS che rivela che l'Italia non aveva aggiornato il piano pandemico non è uno scandalo ma la normalità. Perciò lo scopo di dare enfasi a questa storia innocua è un altro: quello di depistare l'opinione pubblica dalla mancata pubblicazione e diffusione in Italia della circolare OMS WHO Information Notice for IVD Users 2020/05- del 21 gennaio 2021.
Questa circolare mai pubblicata in Italia e mai arrivata ai laboratori analisi italiani è una raccomandazione pubblicata dall'OMS dopo che l'ICSLS International Consortium of Scientists in Life Sciences il gruppo di Pieter Borger ha chiesto alla rivista medica dell'Unione Europea Eurosurveillance di ritirare dalla pubblicazione lo studio Corman Drosten. Lo studio Corman-Drosten è lo studio alla base della metodologia diagnostica del Covid 19 e consiste nell'utilizzo del test molecolare RT-PCR. Il ritiro è stato richiesto in quanto secondo l'CSLS suddetta metodologia che è alla base della metodologia diagnostica che viene usata in tutti i laboratori USA e UE per testare mediante i tamponi oro-naso-faringei la presenza del virus SARS-CoV-2, produce il 90% di falsi risultati positivi. Per chi desidera approfondire consiglio la lettura di questo mio articolo che riassume l'intera vicenda del Corman Drosten.
Da marzo 2020 ad oggi sono stati pubblicati una cinquantina di studi scientifici sul rapporto tra Covid 19 e l'RT-PCR, i quali ci dicono che la metodologia diagnostica utilizzata per rilevare il virus SARS-CoV-2 produce oltre il 90% di falsi risultati positivi.
I principali studi che hanno portato alla luce questa situazione sono tre: Bullard et al, Jaafar et al e Borger et al. Lo studio Bullard et al pubblicato il 22 maggio 2020 ha dimostrato in laboratorio che il test RT-PCR "può rilevare solo ed esclusivamente l'RNA del virus o dei frammenti di questo ma NON il virus in grado di riprodursi e quindi contagioso. Questo significa che il test del covid 19 non è in grado di distinguere tra un paziente positivo al virus e un paziente negativo e a seconda dei cicli di amplificazione con cui settiamo la macchina dell'RT-PCR il risultato sarà positivo o negativo. Secondo lo studio Jaafar et al se un soggetto viene testato con la PCR settando la soglia a 35 cicli o maggiore, (come nella maggior parte dei laboratori in Europa e USA) la probabilità che questo risultato sia un falso positivo è del 97%. Ricordiamo qui per dovere di cronaca che in Italia per il settaggio del PCR si segue il protocollo OMS che raccomanda come soglia limite 45 cicli, il che significa che i risultati se si seguisse questa indicazione sarebbero tutti completamente falsi perché secondo Jaafar et al qualunque segnale rilevato sopra la soglia dei 35 cicli non permette di isolare il virus SARS-CoV-2 mentre secondo Bullard et al i pazienti risultati positivi con un esame PCR superiore ai 25 cicli di amplificazione non sono contagiosi.
Occorre tenere presente che tali risultati sono quelli che poi vanno a costituire i dati ufficiali sui quali il governo mette in atto i provvedimenti restrittivi delle nostre libertà. Per questo motivo l'OMS ha recepito le criticità della diagnostica Corman-Drosten sollevate dallo studio di Pieter Borger e da altri studi quali principalmente Bullard et al, Jaafar et al, Jefferson et al e Madewell et al. In conseguenza della pubblicazione dei suddetti studi l'OMS ha pubblicato una prima versione di questa circolare il 13 dicembre 2020 e poi la sua versione definitiva il 13 gennaio 2021.
Ma cosa dice questa circolare?
La circolare OMS informa i laboratori analisi che l'RT-PCR non è in grado da sola di diagnosticare la positività di un paziente al Covid 19 e che esiste la possibilità che la diagnostica produca falsi positivi. Perciò l'OMS al fine di classificare un paziente come positivo al virus raccomanda di verificare sempre caso per caso il quadro clinico del paziente, il timing del campionamento, le osservazioni cliniche, la storia del paziente e altre informazioni epidemiologiche. In pratica il test diagnostico secondo l'OMS non è sufficiente da solo per rilevare la presenza del virus né per classificare un paziente come positivo al Covid 19.
Questa circolare NON E' MAI ARRIVATA IN ITALIA, non è mai stata ricevuta dai laboratori analisi da me contattati e le raccomandazioni contenute in questa circolare che prendono atto dell'inaffidabilità dell'RT-PCR come metodologia diagnostica non sono mai state diffuse né tantomeno recepite dal Ministero Italiano della Salute. Per capire l'importanza di questa circolare è sufficiente considerare che il Tribunale Amministrativo di Vienna il 24 marzo 2021 con la sentenza VGW-103/048/3227 / 2021-2 ha sancito l'inaffidabilità del test RT-PCR come metodologia diagnostica idonea alla rilevazione del virus SARS-CoV-2, impedendo così al governo austriaco di adottare misure restrittive. Questa decisione è stata presa sulla base oltre che dello studio Bullard et al sopracitato anche sulla base di questa circolare dell'OMS. Perciò il dossier nascosto dell'OMS non è quello di cui parla questo sedicente impiegato che dice di avere modificato un dossier per non rivelare che la situazione era peggio di quella che era. Questa storiella che ci hanno raccontato serve in realtà a nascondere la circolare WHO Information Notice for IVD Users 2020/05. Si tratta quindi di un'operazione di disinformazione per prendere in ostaggio l'espressione "circolare OMS" o "dossier OMS" in modo che chiunque faccia una ricerca su Internet con queste parole chiave, i risultati forniti dai motori di ricerca ti daranno la storiella innocua di Francesco Zambon che nasconde i morti invece di mostrarti la circolare OMS che raccomanda ai laboratori di non utilizzare l'RT-PCR perché produce il 90% di falsi positivi e che di conseguenza i dati sui contagi che ci propinano quotidianamente i media sono tutti falsi.
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